BYD Seal U DM-i: prova su strada della nuova ibrida plug-in [FOTO e VIDEO]

Estremamente comoda e consumi sorprendentemente ragionevoli

BYD compie un’importante virata nella sua strategia di diffusione nel mercato europeo. Dopo aver mostrato “i muscoli” con le sue elettriche, la casa cinese ha pensato di offrire anche modelli che, per tecnologia, sono forse più interessanti per il grande pubblico di casa nostra. Ecco allora arrivare la BYD Seal U DM-i, ovvero Dual Motor-intelligent, la versione plug-in ibrida della Seal U completamente elettrica che già conoscevamo. Un motore che su questa vettura significa puntare alla massima efficienza e abbassare in maniera significativa i consumi. Andiamo però con ordine e iniziamo a vedere come si presenta quest’auto asiatica dalle linee decisamente europee.

Estetica

BYD Seal U DM-i - Laterale

La BYD Seal U DM-i non si discosta quasi per nulla dalla Seal U elettrica. Sono davvero poche le differenze, ma questo non è certo un male, anche perché il SUV si era già presentato come una vettura che, nonostante la provenienza e la produzione, presenta dei tratti decisamente in linea con il gusto europeo. Le sue dimensioni sono abbastanza in linea con la media di segmento, con una lunghezza da 4,77 metri, una larghezza da 1,89 metri e un’altezza da 1,67 metri, senza dimenticare il passo da 2,77 metri. Linee morbide e filanti allo stesso tempo, con una griglia frontale decisamente prominente. Questa è forse una delle poche cose che la differenziano dalla variante elettrica, dato che ora è assolutamente necessario un flusso d’aria per aiutare il motore termico a raffreddarsi. Il muso rimane invariato, con la sua silhouette spiovente e dei fari eleganti con una forma quasi a “boomerang”. Le sue linee partono dal basso sul frontale e poi si alzano notevolmente verso il posteriore della vettura, donando alla Seal U una presenza notevole su strada, completata da fari posteriori ad alta tecnologia.

Interni

BYD Seal U DM-i - Interni

Ovviamente anche gli interni della BYD Seal U DM-i sono di altissimo livello, sia per quanto riguarda i materiali utilizzati che per ciò che concerne la tecnologia a bordo. Le sellerie e molte parti del cruscotto e dei pannelli sono rivestite di ecopelle, il che la rende sia sostenibile che estremamente elegante alla vista. Qualche plastica, ovviamente, c’è, ma è estremamente limitata e anche quando le superfici non consentono l’uso diretto dei materiali più pregiati, della morbida gomma viene in aiuto. Se proprio vogliamo trovare un difetto, l’uso di una barra di plastica rischia di lasciare dei segni di impronte, ma si tratta davvero del classico pelo nell’uovo. Il volante, dal canto suo, è piuttosto classico, ma anche ben concepito, con un taglio leggero sulla zona inferiore nonostante non sia un’auto concepita per essere sportiva. Naturalmente, però, a fare da assoluto protagonista è l’enorme sistema di infotainment, composto da un quadro comandi da più di 12 pollici (che poteva anche essere un po’ più personalizzabile a livello software secondo noi) e, soprattutto, il mega schermo da 15,6 pollici che, volendo, può essere anche messo in posizione verticale (una piccola preferenza personale, anche perché stranamente Apple CarPlay non può essere eseguito sullo schermo verticale). Il software è personalizzabile e ben concepito, con un buon navigatore satellitare e la possibilità di connettere i propri account sulle app disponibili, come ad esempio Spotify. Forse la tentazione di usare comunque il mirroring del proprio cellulare non sarà cancellata, ma comunque le potenzialità per funzionare egregiamente ci sono. Inoltre Apple CarPlay e Android Auto possono essere eseguiti anche in modalità wireless, potendo contare su una doppia piastra per la ricarica a induzione (una chiccha, quest’ultima, che ancora non ci era capitato di vedere su altre vetture). Pollice alzato per la comodità della panca posteriore: è larga abbastanza per accogliere comodamente tre persone, anche perché non è presente alcun gradino centrale e il bracciolo non arretra più di tanto. In compenso la capacità del bagagliaio soffre qualcosa, anche perché la particolarissima configurazione di questa DM-i ha portato i tecnici di Shenzhen a spostare il serbatoio, tra l’altro particolarmente grande (60 litri), e a posizionarlo in modo da non lasciare molto spazio sotto al piano. Comunque si parte da 425 litri di capienza, ma siamo abbastanza al di sotto delle medie di segmento. Comunque si possono abbattere i sedili posteriori, con frazionamento a 2/3, grazie ad un meccanismo molto comodo di lacci. Questo permette di aumentare la capienza fino a 1.440 litri.

Un motore molto particolare

BYD Seal U DM-i - Ricarica

Come detto, la BYD Seal U DM-i è un’ibrida plug-in, ovvero dotata di batteria ricaricabile con la presa di corrente in dotazione (o con quella della colonnina in caso di ricarica ultra-rapida alla quale è compatibile). Si differenzia, però, dalle altre vetture PHEV. Per capirci, il sistema DM-i (Dual Mode intelligent) è molto simile a quello di una vettura dotata di range extender, seppur con delle differenze sostanziali. Il modello che avevamo in dotazione era il Boost, ovvero il modello a trazione anteriore con cambio automatico che accorpa un motore benzina da 1.500 aspirato da 96 CV ad un elettrico da ben 194 CV. Il sistema nella sua interezza dichiara invece una potenza da 218 CV. La differenza rispetto ai plug-in “normali” è che la trazione non è fornita quasi mai dall’unità a benzina, bensì sempre dalla batteria da 18,3 kWh. Il motore termico ha il compito, invece, di tenere carica questa batteria, che infatti non arriva mai allo 0% di carica, ma si ferma quasi sempre tra il 15 e il 20%. Questo perché poi il motore elettrico e quello a benzina si preoccupano di recuperare l’energia e ricaricare. Ovviamente in termini di efficienza, rimane fondamentale ricaricare quando possibile con una wallbox privata (molto più conveniente delle colonnine pubbliche), perché in queste condizioni la Seal U restituisce le sue migliori performance. Nonostante un peso molto vicino alle 2 tonnellate, infatti, nel periodo in cui si avrà ricarica a disposizione il computer di bordo farà registrare consumi anche al di sotto di 1 litro/100 km, senza dimenticare che è comunque possibile usare la sola mobilità elettrica pura (80 km dichiarati di autonomia, difficilmente si supereranno i 70 nella vita quotidiana). Conviene comunque ricaricarla ogni volta che è possibile, perché senza l’aiuto dell’elettrico alla lunga il peso della vettura finisce per farsi sentire sui consumi. Oltre al modello Boost in prova, è disponibile anche la versione Design, che è dotata di un motore elettrico per ogni assale, creando così la trazione integrale.

Non sportiva, ma è il perfetto sostituto del diesel

BYD Seal U DM-i - Logo

La BYD Seal U DM-i è sicuramente un’eccellente sostituta della motorizzazione diesel, pensata per i lunghi viaggi e un utilizzo intensivo. Come detto, è fondamentale abituarsi a ricaricarla, sia a casa/ufficio che alle colonnine pubbliche in caso di lunghi spostamenti. Può essere un piccolo cambio di abitudini, ma al di là di avere sempre e comunque la modalità benzina a disposizione, l’azione combinata dei due motori è efficiente come raramente ci è capitato di vedere su una vettura di questo genere. Come detto, la batteria non arriva mai a “secco”, ma si aggira costantemente sul 20% e in questo caso si comporta praticamente come una full hybrid. I consumi, quindi, sono piuttosto contenuti anche se si smette di aver cura della batteria. Naturalmente, però, questa considerazione tiene conto del peso della vettura, che supera le 1,9 tonnellate. Se volete davvero tenere d’occhio la benzina, non potete prescindere dalla ricarica e, del resto, se un concessionario vi dovesse vendere un’auto simile senza specificarlo, significa che questo venditore non è decisamente vostro amico.

BYD Seal U DM-i - Quadro comandi

Dal punto di vista della dinamica, è chiaro che i progettisti della BYD abbiano voluto puntare sul comfort e la comodità. Vi sono diverse modalità di guida tra cui scegliere ed è compresa anche quella sportiva, ma vi sono alcune considerazioni da fare. Prima di tutto chi vi scrive non è un fan dei SUV usati come sportive. Certo, vi sono dei modelli senza dubbio emozionanti, ma non è certo lo scopo principale di questo tipo di carrozzeria (non a caso, anche quando Ferrari ha voluto lanciare un modello simile, non è arrivato un vero e proprio SUV). A questo bisogna aggiungere che le sospensioni della Seal U sono decisamente morbide, al punto che esagerare con l’aggressività sulle curve non restituisce proprio una bella sensazione di stabilità. Il suo vero ambiente è l’asfalto liscio dell’autostrada, sul quale può percorrere centinaia di chilometri senza battere ciglio. Basta fermarsi per una veloce ricarica ogni tanto e anche il serbatoio diventerà meno assetato. Il computer di bordo stesso ci ha restituito previsioni che superavano i 1.000 km di autonomia. Per quanto questi siano influenzati da numerosi fattori, non tutti verificabili in maniera oggettiva come lo stile di guida, si tratta comunque di un risultato notevole.

BYD Seal U DM-i - Presa per la ricarica

Nulla da dire, in compenso, sul lato tecnologico. Gli ADAS di aiuto alla guida semi-autonoma sono di livello 2, l’unico al momento legale in Italia, e ciò significa che assistono, ma a patto che si tengano mani sul volante e occhi sulla strada. Abbiamo trovato tutti i sistemi più classici, come il cruise control adattivo e il controllo attivo della corsia, quest’ultimo particolarmente utile se vi trovate ad affrontare viaggi autostradali da centinaia di chilometri. Nessuno di questi ci è risultato particolarmente invasivo, andando ad aiutare dove necessario e rimanendo sullo sfondo quando invece non c’era necessità di intervento. Molto buono anche il sistema di infotainment, anche se non abbiamo potuto veramente provare le funzioni dell’assistente vocale in quanto erano disponibili solamente in altre lingue e non in italiano. Questo, però, verrà presto aggiunto con un aggiornamento gratuito Over The Air (quindi senza necessità di passare dal concessionario o in officina) e sarà disponibile per tutti i proprietari. La funzione per cambiare l’orientamento dello schermo è una “chicca” anche abbastanza carina, ma alla fine non particolarmente influente sull’esperienza di guida nel suo insieme (senza contare che, attivando Apple CarPlay, questa non viene più supportata per motivi non chiari).

Prezzo in linea con il segmento

BYD Seal U DM-i - Griglia

La BYD Seal U DM-i parte da un prezzo piuttosto interessante per l’allestimento di base. Parliamo, nel momento in cui scriviamo, di 39.800 € per la versione Boost, che è quella che vedete nelle nostre immagini. La Design, ovvero la versione più ricca in gamma, parte da un prezzo più impegnativo di 47.800 €. Si tratta, comunque, di un costo in linea con le medie di segmento, dato che per contenuti e ambizioni, la BYD Seal U DM-i si rivolge alla fascia alta del mercato dei SUV.

BYD Seal U DM-i Boost: scheda tecnica

Dimensioni: lunghezza 478 cm; larghezza 189 cm; altezza 167 cm; passo 276 cm
Motori: ibrido plug-in da 218 CV
Trazione: anteriore
Cambio: automatico
Accelerazione: da 0 a 100 km/h in 8,9’’
Velocità massima: 170 km/h
Allestimenti: Boost, Design
Bagagliaio: da 425 a 1.440 litri
Consumi: 0,9 litri/100 km (con batteria carica)
Autonomia elettrica: 80 km
Prezzo: Da 39.800 €

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